Esiti

Esiti del progetto Re-NetTA​

Il report della ricerca Re-NetTA è articolato in 5 Working Packages (WP) i cui estratti sono di seguito riportati.

Il progetto di ricerca Re-NetTA ha l’obiettivo di mettere in pratica modelli organizzativi e operativi e modelli di business innovativi relativi al re-manufacturing e al riuso nell’ambito della trasformazione degli edifici per il terziario. In particolare, il progetto persegue i seguenti obiettivi:
1) ridurre i rifiuti provenienti dal settore terziario, caratterizzato da brevi tempi di rinnovo degli spazi e degli interni. Il progetto si concentra soprattutto sul territorio lombardo, dove è dislocato un vasto e variegato parco di edifici terziari (uffici, strutture ricettive, strutture espositive, retail, temporary shop). Tale stock di immobili è soggetto a frequenti interventi di rinnovamento a causa della rapida obsolescenza e degli usi temporanei (es. temporary shop, mostre, design week, ecc.);
2) mantenere il valore economico dei componenti edilizi derivanti da brevi rinnovi e contenere gli impatti ambientali. Il presupposto di partenza è che le trasformazioni all’interno degli edifici del terziario stiano mettendo a disposizione quantità crescenti di materiali e componenti, derivati da soluzioni assemblate a secco e caratterizzati da alto valore aggiunto e lunga vita utile;
3) promuovere il re-manufacturing e il riutilizzo (in termini generali “reazioni”, intesi come: ri-fabbricazione, ri-condizionamento, ri-utilizzo e riparazione) come strategie chiave in grado di ridurre l’uso di energia e materiali rispetto al riciclo;
4) migliorare la competitività delle diverse categorie di stakeholder in Lombardia (es. piccole-medie imprese manifatturiere, fornitori di servizi FM, ecc.) trasferendo nel settore delle costruzioni nuovi modelli organizzativi e di business basati su S.PSS (Sustainable Product-Service Systems) , strategie vantaggiose per tutti e Life Cycle Management e creando relazioni di rete tra gli operatori;
5) definire e sostenere attraverso la formazione nuovi posti di lavoro e competenze professionali nel campo della rifabbricazione/riutilizzo.


A tal fine, il progetto applica un approccio multidisciplinare e multisettoriale. L’approccio metodologico dell’intera ricerca è caratterizzato da collaborazioni e contaminazioni intersettoriali che coinvolgono diverse discipline e aree scientifiche (Tecnologia dell’Architettura e dell’Edilizia, Ingegneria Gestionale e Industriale, Disegno Industriale e Comunicazione, Design Sostenibile ed Eco-design). Gli ambiti di competenza e di conoscenza coinvolti sono relativi a: settore edile (operatori, processo edilizio, tecnologie edilizie e edili); la sostenibilità ambientale ed economica e il Life Cycle Thinking; i modelli di business e la sharing economy; l’eco-design e i Sistemi Prodotto-Servizio Sostenibili. Molte delle strategie e delle azioni, relative a questi campi, sono tipicamente applicate in altri settori: la ricerca le trasferisce e le adatta nel settore delle costruzioni, definendo modelli e regole organizzative e operative, testandole attraverso reti pilota di stakeholder (inclusi clienti/investitori, produttori, facility manager, progettisti, installatori, ecc.) per valutarne l’idoneità.
Seguendo questo approccio, la ricerca propone un quadro di modelli organizzativi e di business basati sulla rifabbricazione e il riutilizzo dei componenti edilizi, comprendente: 

  • definizione delle caratteristiche delle diverse reazioni, (rifabbricazione, ricondizionamento, riutilizzo, riutilizzo e riparazione) secondo le specificità del settore edile;
  • definizione dei criteri chiave per la rifabbricazione (regole di progettazione, chiavi di identificazione): criteri per la progettazione dei componenti “da rifabbricare”; chiavi interpretative per comprendere l’attitudine alla rifabbricazione di un componente da smontare e rifabbricare; ostacoli/barriere (es. normativo) e leve (es. condizioni di garanzia, valore ambientale certificato, valore economico);
  • definizione, attraverso un’analisi multisettoriale, di: condizioni organizzative; criteri per l’avvio dei processi di rilavorazione; leve per l’avvio di processi di re-manufacturing di successo dal punto di vista economico e ambientale; benefici economici, ambientali e sociali da utilizzare come leve per l’avvio dei processi di rifabbricazione;
  • definizione di regole a supporto dei processi di rifabbricazione: regole di relazione (organizzative, procedurali, ecc.); procedure di montaggio, smontaggio e lavorazione in relazione ai vari elementi tecnici (pareti interne, finiture, pavimenti, soffitti, pelle esterna, infissi); procedure di qualità, standard e metodi per definire le caratteristiche dei componenti facilmente ricostruibili; modalità di scambio di materiali e prodotti; modalità di condivisione delle informazioni e protocolli di comunicazione; modalità di applicazione degli indicatori basati su LC volti ad individuare le strategie ambientalmente ed economicamente più efficaci da adottare nei processi di rigenerazione (es. definizione della distanza fisica massima vantaggiosa tra sito di disassemblaggio e rigeneratore).

Il quadro dei modelli basati sulla rifabbricazione e il riutilizzo è testato attraverso lo sviluppo di una rete pilota di stakeholder e due progetti pilota.
In particolare, la ricerca si articola in cinque Working Packages (WPs). In ogni WP, entrambi i Settori Scientifici Disciplinari collaborano, adottando dapprima metodi adeguati a ciascuna disciplina, e secondariamente fertilizzandoli in una discussione continua tra i diversi approcci disciplinari. I risultati degli output condivisi saranno diffusi anche attraverso pubblicazioni e corsi/seminari di formazione.

 

ESTRATTO WP1

Buone pratiche di ri-(uso, produzione) e criteri chiave trasferibili al settore delle costruzioni

Introduzione

Re-manufacturing e Re-use rappresentano oggi temi caldi in diversi settori – come Aerospace, Automotive, Electronics, Machinery, Marine, Rail – che ne hanno già sfruttato le potenzialità ottenendo molteplici benefici in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Queste pratiche stanno crescendo in modo significativo in tali settori, guadagnando quote di mercato, creando nuovi posti di lavoro e condividendo esperienze e conoscenze, creando reti e associazioni (ad es. European Re-manufacturing Network, Conseil Européen de Remanufacture, ReuseIt Network – RIN, Re-manufacturing Industries Council – RIC, Center for Re-manufacturing & Re-use – CRR, ecc.). Tuttavia, il settore delle costruzioni non è ancora interessato da queste pratiche, sebbene la loro applicazione rappresenti oggigiorno una priorità condivisa a livello europeo. La Commissione Europea, infatti, identifica il settore delle costruzioni come un ‘settore prioritario’ che presenta sfide specifiche nel contesto dell’economia circolare: secondo Eurostat, il settore edile produce oltre un terzo dei rifiuti totali generati da tutte le attività economiche e dalle famiglie, fornisce 18 milioni di posti di lavoro diretti e contribuisce a circa il 9% del PIL dell’UE.
In questo contesto, questo report introduce i risultati del progetto di ricerca “Re-NetTA (Re-manufacturing Networks for Tertiary Architectures). Nuovi modelli organizzativi e strumenti per rifabbricare e riutilizzare componenti di breve durata provenienti dal rinnovamento degli edifici terziari” sviluppato al Politecnico di Milano e finanziato da Fondazione Cariplo. Il progetto di ricerca mira a creare le condizioni organizzative e di business per l’attivazione di processi rigenerativi circolari nel campo della trasformazione/riqualificazione degli edifici. In particolare, è focalizzato sul settore terziario, caratterizzato da cicli di rinnovo a breve termine, con l’obiettivo di allungare la vita utile di componenti e materiali riducendo la generazione di rifiuti.
Il lavoro di ricerca individua un insieme di modelli operativi, organizzativi e di business nelle pratiche di rifabbricazione, derivati ​​da altri settori, e ne verifica la trasferibilità al settore delle costruzioni per una successiva definizione di modelli di rifabbricazione replicabili. A tal fine, viene attuato un approccio metodologico multidisciplinare e intersettoriale che coinvolge diverse discipline e aree scientifiche, quali Tecnologie dell’Architettura e dell’Edilizia, Ingegneria Gestionale e Industriale, Disegno Industriale e Comunicazione, Design Sostenibile ed Ecodesign.
I risultati del WP1 sono, in primo luogo, l’identificazione delle applicazioni più idonee delle categorie di “reazioni” (riproduzione, ricondizionamento, riutilizzo, riutilizzo e riparazione) al settore delle costruzioni; in secondo luogo, la definizione dei criteri chiave per la rifabbricazione (es. regole di progettazione, chiavi di identificazione), inclusi i criteri per la progettazione per lo smontaggio, nonché i principali ostacoli (es. legislativi) e leve (es. condizioni di garanzia, valore ambientale certificato, valore) per una futura implementazione. I risultati emersi durante la ricerca rappresentano il primo passo cruciale verso l’attivazione di processi rigenerativi circolari nel settore delle costruzioni, contribuendo a mantenere nel tempo il valore delle risorse ambientali ed economiche integrate nelle componenti edilizie. Il WP2 prevede azioni sul campo e interviste con operatori chiave, con l’obiettivo di testare e validare i modelli di rifabbricazione individuati.
Il presente WP riguarda lo sviluppo di un framework di riferimenti multidisciplinari e multisettoriali utili ai fini del trasferimento. Il quadro di riferimento è sviluppato secondo i seguenti compiti:
– Definizione dello stato dell’arte nazionale e internazionale delle pratiche di rifabbricazione nei settori industriale e delle costruzioni in una logica di economia circolare;
– Analisi approfondita dei lavori scientifici e della ricerca finanziata al fine di identificare best practices, approcci e tendenze nell’ambito dei processi circolari finalizzati al riuso/remanufacturing;
– Indagine e identificazione di modelli operativi, organizzativi e di business nelle pratiche di re-manufacturing di altri settori (es. automotive, elettronica, ecc.) che potrebbero essere trasferibili al settore edile;
– Rilevazione e identificazione di casi di modelli di business ricorrenti (es. SPSS, ecc.) in altri settori (es. automotive, elettronica, ecc.) che potrebbero essere trasferibili al settore delle costruzioni.

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estratto WP 2

Test sul campo e identificazione delle parti interessate

Metodo condiviso per lo sviluppo di modelli di business

Al fine di sviluppare modelli di business innovativi e circolari che possano abilitare pratiche di Re-manufacturing, la ricerca ha seguito un processo strutturato che ha valorizzato una forte componente multidisciplinare.
Infatti, l’approccio metodologico della ricerca (WP1 e WP2) è caratterizzato da una collaborazione e fertilizzazione intersettoriale a partire dalle competenze e conoscenze che caratterizzano tre DSS – Settori Scientifici Disciplinari (Tecnologia dell’Architettura e delle Costruzioni – TAB, Management e Ingegneria Industriale – MIE, Disegno Industriale e Comunicazione – IDC) e Design Sostenibile ed Eco-design – SDE).
Inoltre, coerentemente con tutte le attività di ricerca del WP2, il processo di sviluppo del modello di business è stato intrapreso con un rapporto continuo con gli stakeholder, coinvolti fin dalle prime fasi della ricerca attraverso interviste dirette.
I passaggi metodologici attuati con l’obiettivo di definire modelli di business plausibili nel settore dell’architettura terziaria possono essere così sintetizzati:
1. Letteratura sulla rifabbricazione e analisi di riferimento standard. Analisi della letteratura e riferimento normativo per giungere ad una definizione comune del termine Re-manufacturing da prendere come riferimento nella definizione dei modelli di business circolari. In particolare, in questa ricerca il termine Re-manufacturing è inteso come “re-azione” (vedi Cap.1 del rapporto WP1), ovvero il sistema di attività che comprende le seguenti tipologie di rilavorazione di materiali, componenti e prodotti: disassemblaggio, pulizia, sostituzione, riparazione, montaggio e collaudo.
2. Analisi delle migliori pratiche intersettoriali. Molteplici e migliori pratiche di modelli di business basati sulla rilavorazione che si verificano in diversi settori industriali sono state studiate sulla base di un quadro di analisi comune con l’obiettivo di fornire una panoramica completa di casi reali e comparabili. In particolare, la ricerca ha analizzato i seguenti settori (vedi Cap. 3 del rapporto WP1): aerospaziale; settore automobilistico; apparecchiature elettriche ed elettroniche; attrezzature pesanti e fuoristrada; macchinari; marino; trasporto; moda; settore del consumo e del mobile.
3. Analisi delle migliori pratiche di rifabbricazione nel settore edile. Questo settore non è stato ancora ampiamente influenzato dalle pratiche di riutilizzo circolare e rilavorazione. La pratica più diffusa è infatti il ​​riciclo di materiali e prodotti. Tuttavia, alcune pratiche virtuose (vedi casi studio nel Cap. 6 del rapporto WP1) sono state analizzate sulla base del quadro di casi studio condiviso, con l’obiettivo di comprendere possibili driver e barriere legate alla specificità del settore delle costruzioni, con particolare riferimento ai componenti per architetture terziarie.
4. Definizione delle caratteristiche chiave. Definizione di un insieme di caratteristiche chiave e relative opzioni in grado di descrivere le caratteristiche principali di un modello di business al fine di impostare un quadro comune di descrizione e rappresentazione dei modelli di business. In particolare, le caratteristiche chiave definite sono: Design originale del prodotto; Approvvigionamento di prodotti; Collezione di prodotti; attori rigeneratori; Design del prodotto reagito; Distribuzione prodotto-servizio; Proprietà del prodotto; Configurazione entrate; Destinazione e segmento di mercato (vedi Cap.5 del rapporto WP1). Per ciascuna caratteristica chiave sono state identificate le opzioni principali come mostrato nella Tabella 1.1.
5. Interpretazione ricorrente del modello organizzativo. Definizione di modelli ricorrenti, basati sull’astrazione dai casi studio specifici e sulla successiva generalizzazione dei modelli relazionali e contrattuali e dei flussi materiali e monetari tra gli attori coinvolti. Tale attività è stata svolta secondo una metodologia strutturata basata sulle caratteristiche chiave definite (punto 4) in grado di descrivere le caratteristiche dei modelli individuati.
6. Studio sul campo dell’architettura terziaria. Realizzazione di un’analisi approfondita dei sottosettori terziari di applicazione, ad es. settore fieristico, settore uffici, settore retail, ecc. al fine di caratterizzare in dettaglio le peculiarità di ciascun settore per poter adattare e adeguare i modelli generici allo specifico contesto di riferimento relativo al settore oggetto di analisi. Le interviste preliminari con stakeholder selezionati – riportate nel capitolo 3 – hanno svolto un ruolo fondamentale nella caratterizzazione dei vari settori. Hanno permesso di delineare i bisogni, le opportunità e gli ostacoli ai processi circolari e alle attività basate sulla rilavorazione.
7. Proposta di modelli organizzativi. Definizione e proposta di modelli organizzativi per i settori indagati in ambito terziario (es. fiere, retail, uffici, ecc.) basati sull’interpretazione delle precedenti attività di ricerca e degli esiti delle interviste.
8. Validazione dei modelli organizzativi. Verifica dell’applicabilità dei modelli di business proposti, risultanti dall’analisi multisettoriale del WP1 (cfr. WP2 par. 4.1, 4.2, 4.3). Per raggiungere questo obiettivo, l’indagine si basa sull’interazione tra le parti interessate. Per questo motivo è stata organizzata una serie di Tavole Rotonde, al fine di raggruppare gruppi di persone medio-piccole per abilitare l’apprendimento cooperativo. Sono state organizzate tavole rotonde per promuovere il dibattito tra ricercatori e parti interessate attraverso discussioni informali. La Tavola Rotonda si compone di due parti. Nella prima parte, i ricercatori Re-NetTA propongono una serie di modelli di business promettenti attraverso la presentazione di mappe di sistema. Nella seconda parte si svolgono interrogazioni e dibattiti – riguardanti ciascun modello di business proposto – incentrati su criteri operativi, organizzativi e di business. Le tavole rotonde sono state articolate per “settore” e “categoria di stakeholder”.

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estratto WP 3

Quadro di modelli, regole e procedure per la ricostruzione dei componenti edilizi

Proposta di modelli di business

Come evidenziato dai precedenti WP, il settore delle costruzioni, a differenza di altri settori industriali, è lento a sperimentare e applicare pratiche sostenibili di rifabbricazione e riutilizzo. Il WP3 intende quindi delineare le condizioni necessarie per attivare processi circolari nel campo dell’edilizia terziaria. Al fine di prolungare la vita dei prodotti da costruzione, vengono presentati tre modelli circolari basati sulla rifabbricazione, secondo i risultati del WP2:
1. Contratto di affitto come supporto alla rifabbricazione (BM1);
2. Soluzione all-inclusive per supportare la rifabbricazione (BM2);
3. Riutilizzo del prodotto come strategia di rifabbricazione (BM3).
Sviluppati con stakeholder ed esperti in un approccio intersettoriale e multidisciplinare, i modelli proposti rappresentano un contributo alla progettazione sostenibile e alle pratiche organizzative dei prodotti da costruzione.

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estratto WP 4

Rete pilota per Remanufacturing e validazione

Progetto pilota 01_ Indagine su concetti di design di rigenerazione per porte di uffici

Questo progetto pilota mira a simulare i flussi di materiali ei processi che dovrebbero essere applicati in caso di rigenerazione di porte interne per il terziario. Al fine di rendere operativo uno scenario circolare tra i potenziali azionisti (proprietari, designer, remanufacturers, marketplace), la ricerca ha indagato le opportunità che la rigenerazione di 10 porte interne – salvata durante lo strip-out degli uffici dipartimentali POLIMI – offre in termini di di benefici cumulati (es. risparmio energetico e materiale, attivazione rete, opportunità di lavoro ecc.). La rigenerazione di queste 10 porte è attualmente gestita da una cooperativa no-profit (CAUTO) che ha sede a Brescia. CAUTO si basa su un modello di governance organizzativo e partecipativo innovativo: attraverso un’azione di rete ben strutturata, implementa soluzioni per integrare la sostenibilità insieme all’inserimento lavorativo degli assistenti sociali.

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